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La parola “ciao” – Intermedio #13
November 27, 2018
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Ciao a tutti e benvenuti su Podcast Italiano!
In questo episodio di livello intermedio vi parlerò di una delle parole italiane più conosciute al mondo: sto parlando di “ciao”. Prima di iniziare, vi ricordo che potete leggere la trascrizione di questo episodio su podcastitaliano.com, dove troverete la traduzione delle parole più difficili.
Partiamo dall’etimologia, che per quanto riguarda la parola “ciao” è davvero interessante. Infatti la parola “ciao” deriva dal latino “sclavus”. In latino questa parola significava in origine “slavo”, ovvero una persona appartenente all’etnia degli slavi. (belonging to the ethnicity of Slavs) Ma da sclavus deriva anche la parola “schiavo” (“slave” in inglese). Come si spiega? (how do you explain that?) Beh, dato che la maggior parte degli schiavi ai tempi dei romani veniva dalla regione dei Balcani, la parola “sclavus”, cioè “slavo”, assunse il significato di schiavo (took on the meaning of "slave"- assunse = passato remoto di assumere), servo,appunto.
Nella regione del Veneto, l’espressione “s-ciavo” (ovvero [sono vostro] schiavo), derivante appunto dalla parola “sclavus” e divenuta (=diventata) poi “s-ciao” era utilizzata come forma di saluto (greeting) Perché la parola “schiavo” veniva utilizzata per salutare altre persone? Beh, auto-definirsi “schiavo” di qualcuno significava mostrare profondo rispetto nei confronti del proprio interlocutore. Probabilmente si trattava (=era) infatti di un registro decisamente formale.
Dal veneziano “s-ciao”, il saluto è poi passato al lombardo nella forma “ciao” e da lì all’italiano, diventando sempre più diffuso in tutta la penisola dal 1800 in poi.
“Ciao” non è utilizzato solo in italiano, ma in tantissime altre lingue: in inglese, in spagnolo, in francese, in tedesco, e persino in lingue più lontane come il russo, l’estone o il macedone. Anche in Ungheria, dove mi trovo ora in Erasmus, ho sentito “ciao” pronunciato da qualcuno come saluto.
Perché “ciao” è così diffuso? Si pensa che sia stata l’immigrazione italiana a diffonderlo (it was the italian immigration that spreaded it) in tantissimi paesi del mondo. Noi italiani siamo andati un po’ in tutto e il mondo e, tra le tante cose che abbiamo esportato, c’è anche la parola “ciao”. Inoltre (ma questa è la mia teoria personale) la parola “ciao” è divertente da pronunciare (fun to pronounce). Sembra una parola simpatica (fun, nice, pleasant), una parola amichevole, come “aloha” in hawaiano. Secondo me il fattore fonetico potrebbe aver contribuito al suo successo. (might have contributed to its success)
Una differenza importante, però, è che nelle altre lingue “ciao” viene solitamente utilizzato solo per congedarsi (say goodbye), mentre in italiano si può utilizzare sia quando ci si incontra sia quando ci si congeda.
In italiano, “ciao” è considerato un saluto informale, che si può rivolgere (that can be addressed) ai propri familiari o amici.
Tuttavia, nella lingua di oggi, è sempre più comune utilizzare “ciao” per salutare persone che non conosciamo. Un giovane che si rivolge ad un altro giovane (o a una persona non troppo più anziana, diciamo fino ai quarant’anni) anche se non lo conosce, lo saluterà con “ciao”, dandogli del tu (addressing him with the informal "tu"). Quando “si da del tu” infatti ci si saluta dicendo “ciao”, mentre quando si da del “Lei” (address sb with the formal "Lei") ci si saluta dicendo “buongiorno/buonasera”. Utilizzare sempre meno la forma di rispetto “Lei”, e sostituirla con “tu” è una tendenza dell’italiano di oggi. È normale entrare in un negozio ed essere salutati oppure salutare con un “ciao”. È invece molto raro salutare con “ciao” e dare del tu a persone anziane (eccetto i propri nonni, parenti o persone con cui si ha molta confidenza) o a persone che occupano posizioni di rilievo (prominent positions) (es professori, avvocati, medici, politici, ecc).
Infine, volevo parlarvi della canzone più famosa che ha nel titolo la parola “ciao”...