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Avanzato #4 – Il doppiaggio e il “doppiaggese”

November 02, 2016 00:00 6.89 MB Downloads: 0
Benvenuti su Podcast Italiano! Nell'episodio di oggi vi parlerò del doppiaggio (dubbing) e del "doppiaggese": se non sapete cosa significhino questi termini, non importa, rimanete in ascolto perché parleremo di questo. Su podcastitaliano.com come sempre troverete la trascrizione del testo con le parole più difficili tradotte in inglese. Incominciamo. Molte persone si chiedono perché noi italiani solitamente facciamo più fatica a parlare inglese degli scandinavi per esempio, o degli olandesi.  Secondo me ciò la ragione principale è che, a differenza di questi paesi, in Italia il doppiaggio è una pratica molto diffusa (common practice). Il doppiaggio, per chi non lo sapesse, è la sostituzione delle voci originali di un film, di una serie TV ecc. con voci di un doppiatore in una lingua diversa. In Italia, per esempio, alla  TV e al cinema quasi tutti i film, serie, cartoni sono doppiati in italiano, mentre in Scandinavia, in Islanda, nei Paesi Bassi -anche Portogallo se non mi sbaglio - solitamente si preferiscono i sottotitoli. Di conseguenza, un bambino svedese fin da piccolo sarà esposto all'inglese dei programmi americani o britannici e vedrà in contempo (at the sime time / contemporaneamente) sottotitoli in svedese, e ciò non può che essere d'aiuto nell'acquisizione dell'inglese. Noi italiani a volte non conosciamo nemmeno la voce originale di attori famosi americani, per esempio. Le voci originali vengono completamente sostituite dalle voci tradotte dei doppiatori, a parte alcuni casi come i documentari, in cui la voce originale viene solitamente tenuta a un volume più basso. L'Italia è uno dei paesi che utilizza (should be UTILIZZANO :D) di più il doppiaggio, e indubbiamente c'è sempre stata una spiccata (remarkable, special) professionalità e abilità (here with the meaning of "expertise", not "skill") che caratterizza i doppiatori italiani. Ci sono diverse argomentazioni (arguments) favorevoli o contrarie al doppiaggio; io personalmente, da quando ho iniziato anni fa a vedere contenuti in lingua originale non sono tornato indietro. Se si hanno le conoscenze linguistiche che permettono di guardare un film in lingua originale, la fruizione (consumption, enjoyment, fruition) è notevolmente più godibile  sotto molti aspetti (in many ways). Ma per coloro che non conoscono l'inglese e non sono interessati ad impararlo, è più facile seguire una storia se la lingua adoperata è l'italiano, rispetto a essere costretti a seguire i sottotitoli. Non mi soffermerò (I am not going to dwell ) però esclusivamente sul doppiaggio, perché voglio parlarvi anche di un'altra conseguenza curiosa del doppiaggio in Italia, ovvero la nascita del cosiddetto "doppiaggese". Il "doppiaggese" è una variante della lingua (italiana nel nostro caso) che compare nei film come risultato del doppiaggio, della traduzione dall'inglese. Ovvero una lingua "artificiale", modellata sulla base della lingua originale. Dato che non si possono sforare (exceed, go over) i tempi dei copioni (scripts) originali, spesso nel doppiaggio è necessario trovare compromessi di traduzione per far stare una battuta (line) nel tempo a disposizione. Questi compromessi sono per esempio parole ed espressioni innaturali, i cosiddetti calchi (loan translation, calque, often literal translations of a word or expression) dall'inglese, che non sono propri della tradizione italiana. In altri casi si tratta solamente di cattive traduzioni, non causate da vincoli (constraints) di tempo. In ogni caso, l'influenza e la pervasività del doppiaggio sono tali che, con il tempo, queste parole ed espressioni originariamente innaturali diventano parte integrante della lingua stessa! Questo in italiano è successo con molte parole. Una delle più famose è "realizzare", dall'inglese "to realize", per "rendersi conto", "accorgersi". In passato "realizzare" in italiano voleva solamente dire "creare,  far diventare reale qualcosa". Mentre adesso si può usare come in inglese "I realized that he was ...