Podcast Italiano è un podcast per aiutare chi sta imparando la lingua italiana attraverso episodi di vario genere e argomento.

Avanzato #1 – I dialetti italiani

September 30, 2016 00:00 9.02 MB Downloads: 0
Benvenuti su podcast italiano. Questo è il primo episodio di livello avanzato e il tema di oggi sono i dialetti italiani, che personalmente trovo estremamente interessante, ma che spesso purtroppo causano dubbi a tutti gli stranieri che imparano l’italiano. Versione a livello intermedio Forse siete a conoscenza del fatto che in Italia esistono molti dialetti, e se siete già stati in Italia probabilmente vi siete resi conto di come non sempre il modo di parlare della gente sia comprensibile in egual maniera (in an equal manner) in ogni angolo dello stivale. Magari non avete difficoltà a capire gli abitanti di una regione, ma spostandovi altrove la vostra comprensione peggiora significativamente. Forse vi hanno spiegato che ciò è causato dalla forte presenza di dialetti sul suolo italiano. Innanzitutto occorre fare una distinzione tra dialetto e accento. In inglese, per esempio, con “dialect” comunemente si intende “varietà di inglese”. In italiano, tuttavia, il dialetto è qualcosa di diverso. I dialetti in Italia, infatti, sono delle vere e proprie (actual) lingue separate. O meglio, lingue  “sorelle” dell’italiano, che presentano (to differ, exhibit differences/ es. presentare somiglianze, presentare rischi ecc.) tuttavia numerose differenze. Io, abitando in Piemonte (nel nord) capirei molto poco se una persona mi parlasse in dialetto siciliano. In Italia, infatti, esistono numerosissimi dialetti. Quanti? Difficile dirlo, perché spostandosi di pochi chilometri ogni dialetto muta leggermente, quindi, a rigor di logica ( logically speaking, stands to reason), potenzialmente potrebbero esisterne migliaia. L’italiano, in quanto lingua romanza, deriva dal latino. Ciò di cui forse non siete al corrente è che l’italiano si parla relativamente da poco tempo. La base dell’italiano è il fiorentino letterario del 1300. Penso abbiate sentito parlare di Dante, il più celebre scrittore italiano. L’italiano viene definito spesso come “la lingua di Dante”, ed egli stesso (he himself) è conosciuto come  “il padre dell’Italiano”. Tale titolo è appropriato perché il suo contributo (contribution) alla lingua è stato eccezionale. Infatti fu uno tra i primi a scegliere di non scrivere esclusivamente in latino, ma anche nella lingua locale (chiamata a quei tempi “volgare”). Il suo capolavoro “La Divina Commedia” fu scritto in volgare fiorentino, ovvero la lingua di Firenze. Egli stesso creò molte parole da zero basandosi (on the basis of) sul latino classico, molte delle quali ancora in uso. L’importanza di Dante fu così grande che di fatto il suo fiorentino divenne la lingua utilizzata dai letterati (scholars, intellectuals) di tutta Italia per comunicare e scrivere (insieme al latino), ma era una lingua che la gente comune non conosceva e non parlava. Persino a Firenze la lingua mutò (mutare = cambiare, changed) nel corso dei secoli a partire dai tempi di Dante. A causa della situazione politica italiana, dopo la caduta dell’impero romano la penisola è stata frammentata in diversi regni e stati. In ognuno di questi, il popolo adoperava (adoperare = usare, utilizzare / used) la propria lingua. Gli idiomi italici (idiomi=languages, but rarer / italico = of Ancient Italy) - con poche eccezioni - discendevano tutti dal latino. Nel 1861 l’Italia divenne (became / divenire = diventare) un regno unitario, e l’italiano, basato sul fiorentino, fu adottato come lingua nazionale a causa della sua importanza letteraria. Ma fu necessario molto tempo prima che il popolo iniziasse a utilizzarlo. L’istruzione obbligatoria per molti decenni non ebbe particolare successo (wasn't very succesful). Le guerre mondiali in parte aiutarono, in quanto persone da ogni angolo del paese dovevano comunicare tra di loro. Inoltre spesso i soldati scrivevano lettere ai propri familiari in italiano e non in dialetto, dato che spesso non sapevano nemmeno come si scrivessero le parole dialettali, mentre conoscevano le basi dell’ortografia dell'italiano,