Podcast Italiano è un podcast per aiutare chi sta imparando la lingua italiana attraverso episodi di vario genere e argomento.
Similar Podcasts
One Minute Russian
Join Russian teacher Ann as she teaches you the basics of Russian. In this podcast you'll be learning just enough Russian to get by on a holiday or business trip to Russia - and to impress Russian speakers everywhere! Each lesson includes just over one minute of language-learning content, so there's no excuse not to learn! Remember - even a few phrases of a language can help you make friends and enjoy travel more.
Inglés desde cero
Aprende inglés desde cero, gratis y con nativos del idioma formados en su enseñanza.
Clases de Italiano Parlando Italiano
Escucha nuestras clases de italiano con nuestros profesores nativos. Aprender italiano online nunca fue tan fácil y divertido
Avanzato #6 - Dante e l'incipit dell'Inferno
Benvenuti su Podcast Italiano. In questo episodio vi leggerò l'incipit (beginning, first words of a text) dell'Inferno, il primo libro della Divina Commedia di Dante.Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/6-dante-e-lincipit-dellinfernoIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Dante e l'incipit dell'Inferno - Avanzato #6
In questo episodio vi leggerò l'incipit (beginning, first words of a text) dell'Inferno, il primo libro della Divina Commedia di Dante.TrascrizioneIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Avanzato #6 – Dante e l’incipit dell’Inferno
Benvenuti su Podcast Italiano. In questo episodio vi leggerò l'incipit (beginning, first words of a text) dell'Inferno, il primo libro della Divina Commedia di Dante. La Commedia, meglio conosciuta come Divina Commedia è un poema composto da Dante Alighieri probabilmente dal 1306 al 1321. Gli studenti italiani sono obbligati a studiarla, ed è sicuramente l'opera letteraria più importante nella letteratura italiana e una delle più importanti al mondo. Ci sono 100 canti (a canto is the principal form of division in a long poem), ovvero capitoli, 34 nell'Inferno, 33 nel Purgatorio e 33 nel Paradiso. Questi sono i 3 regni che Dante visiterà, incominciando appunto dall'Inferno. Oggi leggeremo i primi 27 versi del primo Canto dell'inferno, che è un'introduzione all'opera. L'incipit è forse il passaggio più importante della letteratura italiana. Non sono un esperto di letteratura, ma penso che quasi ogni italiano conosca i primi versi, i primi passi . Nell'incipit Dante si ritrova in una selva oscura, ovvero una foresta. La foresta è allegoria, ovvero simbolo del peccato (sin) in cui si è smarrito (went astray), in cui si è perso. Dante ha perso la "retta via" (the righteous path), la via della virtù. Questo canto non è da prendere alla lettera (shouldn't be taken literally), la foresta, il mare, il colle di cui si parla non sono luoghi reali, sono solo simboli, allegorie (allegory = metaphor whose vehicle may be a character, place or event, representing real-world issues and occurrences). Infatti la vera storia, la discesa (descent) all'Inferno vera e propria, inizia nel secondo canto. Incominciamo! Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. "Nel mezzo del cammin di nostra vita" significa nel mezzo, a metà della vita terrena, quindi in quell'epoca voleva dire all'età di 35 anni. "Mi ritrovai per una selva oscura", ovvero mi trovavo in una foresta oscura, che è simbolo del peccato. "Ché la diritta via era smarrita", perché avevo smarrito, perso la retta via, la giusta via, la via della virtù. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! "Ahi quanto a dir qual era è cosa dura", vuol dire "quanto è difficile descrivere a parole quanto "esta selva", quindi quanto questa foresta, fosse "selvaggia, aspra, e forte", ovvero selvaggia, impervia (arduous). Quindi è una foresta selvaggia, difficile da descrivere a parole - "che nel pensier rinnova la paura!", che mi mette paura solo a ricordarla, solo a ripensarci. Questa foresta, ovvero la sua "confusione mentale" era così selvaggia che solo la memoria lo impaurisce. Tant' è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. "Tant' è amara che poco è più morte" significa era così tanto amara [questa selva], dura, che la morte lo è appena di più, la morte non è tanto peggio. "ma per trattar del ben ch'i' vi trovai," per trattare, ovvero per parlare, discutere, del bene che ho trovato in questo luogo, lì, " dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte", parlerò delle altre cose che ho "scorto", trovato in quel luogo. Scorgere è simile a "guardare, vedere". Dante trova del bene, ovvero l'arrivo di Virgilio, che sarà la sua guida, e lo condurrà fino alle porte del Paradiso. Io non so ben ridir com' i' v'intrai, tant' era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. "Io non so ben ridir com' i' v'intrai", ovvero non so raccontare bene come sono entrato in questa foresta, "tant' era pien di sonno a quel punto", dato che ero (in italiano antico si diceva era al posto di ero) così pieno di sonno, inteso come il sonno della ragione, della mente, "che la verace via abbandonai.", ho abbandonato la retta via, la via della verità. Dante era così confuso che non si ricorda come è entrato in questa selva allegorica. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,
Bolle virtuali - Avanzato #5
In questo episodio di livello avanzato vi parlerò di un fenomeno che caratterizza i social media di oggi e, secondo molti, influenza molto la nostra vita politicaTrascrizioneIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Avanzato #5 -Bolle virtuali
Benvenuti su podcast italiano. In questo episodio di livello avanzato vi parlerò di un fenomeno che caratterizza i social media di oggi e, secondo molti, influenza molto la nostra vita politicaTrascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/5-bolle-virtualiIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Avanzato #5 -Bolle virtuali
Benvenuti su podcast italiano. In questo episodio di livello avanzato vi parlerò di un fenomeno che caratterizza i social media di oggi e, secondo molti, influenza molto la nostra vita politica Molte persone in tutto il mondo sono state a dir poco (to say the least) sorprese dal risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Non voglio entrare nel merito del risultato, dato che in questi ultimi giorni se n'è parlato ampiamente. Ciò su cui mi voglio soffermare (What I would like to turn my attention to is) invece è il ruolo dei social media e social network, che a mio modo di vedere è stato molto rilevante nella campagna elettorale americana e che, in generale, sta assumendo una sempre più grande importanza (is becoming increasingly important) nella vita politica di ognuno di noi. Più nello specifico, vorrei parlare di un fenomeno che in inglese a volte viene chiamato "Echo Chamber" o "Filter Bubble". In italiano non credo esista una denominazione affermata (an estabilished name); io ho scelto di chiamarle "bolle virtuali". Di che cosa si tratta? Con “bolla virtuale” intendo quella situazione in cui i nostri "feed" o le nostre bacheche sui social network rispecchiano (reflect) e confermano in gran parte la nostra opinione, ripetendola all'ossessione, in alcuni casi estremizzandola (taking it to the extreme). In alcuni social network più che in altri (Twitter su tutti) ci capita spesso di (oftentimes we [happen to]) seguire solamente le persone che hanno la stessa nostra opinione. Su Facebook, secondo molti perlomeno, è più facile vedere ciò che scrivono e condividono gli amici che la pensano come noi. Ciò che ne consegue (As a result /it follows that) è che abbiamo un'impressione della realtà non sempre corretta: ci sembra che il mondo intero o quasi la pensi come noi, sentiamo sempre una voce sola, un lato solo del dibattito. Riteniamo impossibile (we consider it impossible) che qualcuno possa sostenere l'opposto di quello che pensiamo noi. Ma ci sbagliamo, e di tanto. Il risultato è una forte polarizzazione di idee. Le elezioni americane ne sono state l'esempio lampante per tutte le persone che non hanno votato e non sostengono Trump; penso , tuttavia, che sarebbe successo lo stesso a parti inverse (if the opposite had happened), ovvero se a vincere fosse stata Hillary Clinton (if Hillary Clinto had been the one to win). Le due fazioni opposte (opposing sides, factions) - se non del tutto ignare (unaware) dell'esistenza dell'altra, come minimo sdegnose (disdainful) della ingenuità (naivety / NOT INGENUITY!) e stupidità dell'altra fazione - non comunicano tra di loro, non cercano di comprendere i punti di vista di coloro che hanno opinioni diverse dalla propria e le ragioni per cui la loro opinione differisca così vistosamente (dramatically, so much). Veniamo costantemente bombardati di notizie, post, condivisioni, memes (o “meme” se la diciamo all’italiana), immagini che spesso sono costruite ad arte (fabricated) per farci indignare (be outraged) e causarci quella scarica quotidiana di dopamina nel cervello (daily rush of dopamine in our brain) a cui ci abituiamo e di cui diventiamo dipendenti. In un certo senso, ci crogioliamo in questo sdegno (we bask in this indignation/outrage) e in questa rabbia che dirigiamo verso i nostri avversari. Al dialogo con chi la pensa diversamente preferiamo l’attacco personale e le prese in giro. Si aggiunga il fatto (Consider also) che alcuni media approfittano di questa situazione e creano notizie, se non completamente false, contenenti molte imprecisioni. Ne risulta dunque che le fazioni opposte non sono d'accordo nemmeno su informazioni fattuali e oggettive che non dovrebbero essere causa di alcuna discussione! Ognuno riceve informazioni diverse, compromettendo una qualsivoglia (any possible) discussione pacifica. Non si può, infatti, avere un dialogo se le nostre informazioni sono agli Antipodi (are polar opposites).
Black Mirror, una serie tv fantastica - Intermedio #5
Benvenuti su Podcast Italiano! In questo episodio di livello intermedio vi parlerò di Black Mirror, una delle mie serie tv preferite negli ultimi tempi. Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/black-mirror-una-serie-tv-fantasticaIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Black Mirror, una serie tv fantastica – Intermedio #5
Versione con traduzioni Benvenuti su Podcast Italiano! In questo episodio di livello intermedio vi parlerò di Black Mirror, una delle mie serie tv preferite negli ultimi tempi. Su podcastitaliano.com troverete la trascrizione di questo episodio con la traduzione delle parole più difficili. Incominciamo! Come, penso, molti di voi, adoro le serie tv. Se dovessi dire cosa preferisco tra serie e film, credo che sceglierei le serie. Soprattutto da quando Netflix è arrivato in Italia, guardo decisamente più serie che film. Penso che tutti sappiate cos'è Netflix, ma per chi non lo sapesse (for those who don't) Netflix è un servizio online che permette di guardare film, serie tv, documentari, cartoni animati (cartoons) a un prezzo mensile che si aggira intorno ai 10 euro. Con mia grande gioia (much to my delight) è arrivato in Italia circa un anno fa, e personalmente sono molto soddisfatto! Per chi impara le lingue poi è molto utile, dato che quasi sempre sono presenti sottotitoli, almeno in inglese, quindi è davvero un servizio ottimo. Oggi vi volevo parlare di una serie tv che mi è piaciuta davvero tanto, che c'è su Netflix, e che considero una delle migliori degli ultimi anni. La serie si chiama Black Mirror, traducibile (translatable as) come specchio nero in italiano, che a quanto ho capito (from what I understand) sarebbe lo schermo spento di uno smartphone o di un qualsiasi dispositivo elettronico (electronic device). Dato il mio interesse (given my interest) per la tecnologia, era naturale che mi piacesse una serie di questo tipo. Riassumendo (to sum up) il contenuto della serie in poche parole, gli episodi, che contengono tutti storie a sé stanti (separate, stand-alone), narrano avvenimenti ambientati in futuri non troppo lontani da noi, che si possono definire per molti aspetti "distopici". La tecnologia è vista in una luce decisamente negativa (in a negative light) e vengono mostrate le potenziali conseguenze negative che può avere sulla società. E' una serie non facile da guardare, nel senso che ogni episodio è molto impattante (with a great impact) e serve un po' di tempo per "digerirlo" (digest it, process it); non è una serie in cui si può fare "binge-watching", non si possono dunque guardare tutti gli episodi di getto (really fast, right away), uno dopo l'altro. O meglio, si può ma non lo consiglierei a nessuno! :) Ogni episodio infatti porta lo spettatore a riflettere su come la tecnologia può prendere una piega (take a turn / ha preso una brutta piega = it took a turn for the worse) inquietante nel futuro a noi prossimo. Per quanto a me la tecnologia interessi molto, sono consapevole che ci sono molti modi in cui le cose potrebbero non andare per il verso giusto (go wrong), come ho parlato anche nel mio episodio sull'automazione. Se vi interessa l'argomento, leggete il libro "Superintelligence" di Nick Bostrom, che parla dei pericoli enormi che potrebbe rappresentare la creazione dell'intelligenza artificiale, un libro che a volte sembra quasi scritto da un pazzo furioso (lunatic, total psycho) ma che in realtà contiene osservazioni lucide, scientifiche. Inoltre vi consiglio anche il film Ex Machina, uscito nel 2015, che ricorda Black Mirror in molti aspetti ed anch'esso molto bello e profondo. Non vi dico altro. Tornando però a Black Mirror: è difficile rimanere indifferenti a una serie di questo tipo! Black Mirror ci fa pensare e magari avrà una sua utilità nel sensibilizzare il suo pubblico (increase awareness among its audience) il suo pubblico a questioni importanti; solo il tempo saprà dirci (only time will tell) poi se le questioni sollevate saranno rilevanti nel futuro, ma, come si dice in italiano, "meglio prevenire che curare" (prevention is better than a cure). Non voglio entrare nel dettaglio delle trame di ogni episodio perché sono dell'idea che ogni serie, film, romanzo, sia più godibile (enjoyable) quando si conosce il meno possibile della storia; dunque non farò nessuno spoiler e non...
Avanzato #4 - Il doppiaggio e il "doppiaggese"
Benvenuti su Podcast Italiano! Nell'episodio di oggi vi parlerò del doppiaggio (dubbing) e del "doppiaggese": se non sapete cosa significhino questi termini, non importa, rimanete in ascolto perché parleremo di questo.Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/il-doppiaggio-e-il-doppiaggeseIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Il doppiaggio e il "doppiaggese" - Avanzato #4
Nell'episodio di oggi vi parlerò del doppiaggio (dubbing) e del "doppiaggese": se non sapete cosa significhino questi termini, non importa, rimanete in ascolto perché parleremo di questo.TrascrizioneIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Avanzato #4 – Il doppiaggio e il “doppiaggese”
Benvenuti su Podcast Italiano! Nell'episodio di oggi vi parlerò del doppiaggio (dubbing) e del "doppiaggese": se non sapete cosa significhino questi termini, non importa, rimanete in ascolto perché parleremo di questo. Su podcastitaliano.com come sempre troverete la trascrizione del testo con le parole più difficili tradotte in inglese. Incominciamo. Molte persone si chiedono perché noi italiani solitamente facciamo più fatica a parlare inglese degli scandinavi per esempio, o degli olandesi. Secondo me ciò la ragione principale è che, a differenza di questi paesi, in Italia il doppiaggio è una pratica molto diffusa (common practice). Il doppiaggio, per chi non lo sapesse, è la sostituzione delle voci originali di un film, di una serie TV ecc. con voci di un doppiatore in una lingua diversa. In Italia, per esempio, alla TV e al cinema quasi tutti i film, serie, cartoni sono doppiati in italiano, mentre in Scandinavia, in Islanda, nei Paesi Bassi -anche Portogallo se non mi sbaglio - solitamente si preferiscono i sottotitoli. Di conseguenza, un bambino svedese fin da piccolo sarà esposto all'inglese dei programmi americani o britannici e vedrà in contempo (at the sime time / contemporaneamente) sottotitoli in svedese, e ciò non può che essere d'aiuto nell'acquisizione dell'inglese. Noi italiani a volte non conosciamo nemmeno la voce originale di attori famosi americani, per esempio. Le voci originali vengono completamente sostituite dalle voci tradotte dei doppiatori, a parte alcuni casi come i documentari, in cui la voce originale viene solitamente tenuta a un volume più basso. L'Italia è uno dei paesi che utilizza (should be UTILIZZANO :D) di più il doppiaggio, e indubbiamente c'è sempre stata una spiccata (remarkable, special) professionalità e abilità (here with the meaning of "expertise", not "skill") che caratterizza i doppiatori italiani. Ci sono diverse argomentazioni (arguments) favorevoli o contrarie al doppiaggio; io personalmente, da quando ho iniziato anni fa a vedere contenuti in lingua originale non sono tornato indietro. Se si hanno le conoscenze linguistiche che permettono di guardare un film in lingua originale, la fruizione (consumption, enjoyment, fruition) è notevolmente più godibile sotto molti aspetti (in many ways). Ma per coloro che non conoscono l'inglese e non sono interessati ad impararlo, è più facile seguire una storia se la lingua adoperata è l'italiano, rispetto a essere costretti a seguire i sottotitoli. Non mi soffermerò (I am not going to dwell ) però esclusivamente sul doppiaggio, perché voglio parlarvi anche di un'altra conseguenza curiosa del doppiaggio in Italia, ovvero la nascita del cosiddetto "doppiaggese". Il "doppiaggese" è una variante della lingua (italiana nel nostro caso) che compare nei film come risultato del doppiaggio, della traduzione dall'inglese. Ovvero una lingua "artificiale", modellata sulla base della lingua originale. Dato che non si possono sforare (exceed, go over) i tempi dei copioni (scripts) originali, spesso nel doppiaggio è necessario trovare compromessi di traduzione per far stare una battuta (line) nel tempo a disposizione. Questi compromessi sono per esempio parole ed espressioni innaturali, i cosiddetti calchi (loan translation, calque, often literal translations of a word or expression) dall'inglese, che non sono propri della tradizione italiana. In altri casi si tratta solamente di cattive traduzioni, non causate da vincoli (constraints) di tempo. In ogni caso, l'influenza e la pervasività del doppiaggio sono tali che, con il tempo, queste parole ed espressioni originariamente innaturali diventano parte integrante della lingua stessa! Questo in italiano è successo con molte parole. Una delle più famose è "realizzare", dall'inglese "to realize", per "rendersi conto", "accorgersi". In passato "realizzare" in italiano voleva solamente dire "creare, far diventare reale qualcosa". Mentre adesso si può usare come in inglese "I realized that he was ...
Intervista a Yana da Mosca - #1
Questo episodio è il primo di una serie di interviste che intendo fare, interviste a persone che imparano o hanno imparato l'italiano. Penso che possa essere interessante, utile e magari fungere da motivazione. Oggi parlo con Yana, una mia amica russa di Mosca che studia italiano da tre anni.TrascrizioneIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
#1 Intervista a Yana da Mosca
Benvenuti su Podcast Italiano. Questo episodio è il primo di una serie di interviste che intendo fare, interviste a persone che imparano o hanno imparato l'italiano. Penso che possa essere interessante, utile e magari fungere da motivazione. Oggi parlo con Yana, una mia amica russa di Mosca che studia italiano da tre anni.Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/1-intervista-a-yana-da-moscaIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Intervista a Yana da Mosca
https://podcastitaliano.com/wp-content/uploads/2016/10/intervista-yana.mp3 DOWNLOAD Benvenuti su Podcast Italiano. Questo episodio è il primo di una serie di interviste che intendo fare, interviste a persone che imparano o hanno imparato l'italiano. Penso che possa essere interessante, utile e magari fungere da motivazione. Oggi parlo con Yana, una mia amica russa di Mosca che studia italiano da tre anni. Su podcastitaliano.com troverete la trascrizione dell'intervista in cui correggo gli errori fatti da Yana o propongo alcune frasi in un modo più naturale per un madrelingua italiano. Per problemi logistici in questa intervista Yana ha risposte alle domande che le ho inviato in precedenza, quindi non è una conversazione vera e propria; le prossime interviste però saranno delle conversazioni, perché penso sia interessante ascoltare l'italiano in un dialogo reale. Penso comunque sia interessante anche questa intervista. Detto questo, buon ascolto! La prima domanda è molto semplice. Chi sei? Introduciti brevemente a chi ci ascolta. Ciao, mi chiamo Yana. Sono (una) studentessa dell'istituto (di un istituto) letterario a Mosca. Studio nella facoltà di traduzione e imparo l'italiano quasi per tre anni (da quasi tre anni). Perché hai iniziato a imparare l'italiano? Per dir la verità non è la scelta mia (meglio: non è stata una mia scelta), perché io penso quando passo tutti gli esami, dopo gli esami faccio una possibilità di scegliere tra alcune lingue (meglio: Pensavo che dopo aver passato tutti gli esami avrei avuto la possibilità di scegliere tra alcune lingue), ma questo non funziona così nel nostro istituto. Perché ogni anno c'è solo un gruppo di traduttori e nel 2013 era un gruppo di traduttori italiani (meglio: di italiano) Secondo te qual è l'aspetto più difficile dell'italiano? Per me ci sono (ce ne sono) molti. Il primo aspetto è (anche possibile: sono) le preposizioni. Perché quando parlo e uso le preposizioni inglesi, norvegesi, ma non italiane, non so perché, [ho qualche problema]. Magari è difficile solamente per me , ma non è la (una) difficoltà comune. Poi la cosa difficile è (meglio: un'altra cosa/aspetto difficile sono) i pronomi, perché neanche in inglese, neanche in norvegese, neanche in russo (né in inglese, né in norvegese, ecc.) non ci sono pronomi così diversi, così differenti. E' difficile da ricordarli (oppure: sono difficili da ricordare). Ok, l'altra cosa è il congiuntivo, che gli italiani non si usano, ma è obbligatorio da impararlo. Anche ci sono (ci sono anche) le forme dei verbi al passato remoto. Che cosa pensano i russi dell'italia e degli italiani? Per i russi l'Italia è un paese di pizza (è il paese della pizza), del vino, del formaggio, anche il paese dello stile, della moda, della musica, ma della musica popolare negli anni '80, '90, non è la musica contemporanea. Ci sono molti russi che guardano Sanremo (ed: the most popular italian music festival). Anche l'Italia per i russi è un il paese del teatro, o il paese del ciclismo, perché molti seguono il Giro d'Italia. (meglio: L'italia per i russi è anche ecc., oppure Inoltre l'italia per i russi è ecc. / Anche l'Italia means "Italy too" not "Also, Italy"). L'Italia per i russi è un paese fraterno, se si può dire così, perché gli italiani sono fratelli, ma fratelli un po' più fortunati, magari. Perché la Russia è il (un) paese grosso, con i problemi grossi, l'Italia sembra un paese più piccolo con i problemi più piccoli. Magari non è vero ma per molti russi si pare così (a molti russi sembra sia così / "pare" can't be used like that in italian. It's used mostly in phrases like "pare che/a quanto pare" (it seems that), "mi pare che" ("it seems to me that") or "così pare" (so it seems), but "sembrare" is more often used). Sei stata in Italia. Che cosa ti è piaciuto e che cosa invece NON ti è piaciuto dell'Italia? Mi piace la gente, la gente mi piace moltissimo. Anche il cibo, anche la birra, questa birra sarda, come si chiama, Ichnusa,
#5 Le scimmie in viaggio - Favola di Gianni Rodari
Benvenuti su Podcast Italiano!Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/5-le-scimmie-in-viaggio-favola-di-gianni-rodariIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram