Podcast Italiano è un podcast per aiutare chi sta imparando la lingua italiana attraverso episodi di vario genere e argomento.
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Intervista #5 - Luca Lampariello e i dialetti e accenti italiani, prima parte
Benvenuti su Podcast Italiano, questa è la terza intervista o conversazione che ho fatto con Luca Lampariello, un poliglotta italiano come me, romano, straordinario.Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/5-luca-lampariello-e-i-dialetti-e-accenti-italiani-prima-parteIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Luca Lampariello e i dialetti e accenti italiani - prima parte - Intervista #5
Questa è la terza intervista o conversazione che ho fatto con Luca Lampariello, un poliglotta italiano come me, romano, straordinario.TrascrizioneIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Intervista #5 – Luca Lampariello e i dialetti e accenti italiani, prima parte
https://podcastitaliano.com/wp-content/uploads/2017/04/episodio-3-parte-1.mp3 DOWNLOAD Benvenuti su Podcast Italiano, questa è la terza intervista o conversazione che ho fatto con Luca Lampariello, un poliglotta italiano come me, romano, straordinario. Il tema della conversazione di oggi sono i dialetti italiani. Ho deciso di dividere l’intervista in due parti perché era venuta davvero lunga, e in questa prima parte parliamo dei dialetti in generale, della differenza tra dialetto e lingua, del romanesco, che se non è un vero e proprio dialetto è comunque una parlata, un modo di parlare italiano e Luca ce ne dà qualche esempio, essendo lui di Roma. Inoltre parliamo dell’influenza dei dialetti sulla lingua italiana. Spero possa piacervi l’episodio e vi auguro buon ascolto. D: Ciao Luca, grazie di essere di nuovo con noi su Podcast Italiano! L: Ciao Davide, come stai? D: Molto bene, tu? L: Anche io benissimo, è arrivata la primavera e sono molto contento, anche se in realtà tra poco vado a Berlino e quindi cambio aria, un po' più fresca… proprio quando arriva un po' d’aria calda qua, ma insomma sono contento lo stesso. Si sta “una bomba” (awesome), come si dice. D: Una bomba, una bomba… per parlare di dialetti. Vabbè, “una bomba” è abbastanza universale in Italia. L: Si, penso proprio di sì. D: Sì, oggi appunto parliamo di dialetti, che si possono definire come una delle “stranezze” (peculiarities - peculiarità) della situazione linguistica italiana, qualcosa che genera anche dei problemi per gli stranieri che vengono da noi e che imparano l’italiano. Appunto, abbiamo tantissimi dialetti ed è spesso difficile spiegare a uno straniero che cosa vuol dire dialetto, perché il loro concetto è diverso dal nostro: per noi i dialetti sono lingue diverse, penso al concetto.. non so, un americano intende qualcosa di completamente diverso con “dialect”. Volevo chiederti, qual è il tuo rapporto con i dialetti e come spieghi anche agli stranieri appunto questa peculiarità nostra. L: Allora, innanzitutto vorrei dire che il concetto di dialetto e il concetto di lingua sono inseparabili l’uno dall’altro, nel senso che un dialetto può essere anche visto come una lingua a seconda di come si vedono le cose, quindi le cose sono un po' più complicate da definirsi. Hai detto una cosa interessante, che “dialetto” in altre lingue come l’inglese significa anche “accento”, non necessariamente “dialetto” in termini di una versione locale della lingua, no? D: Sì. L: E in realtà “dialetto” deriva proprio dal greco “diàlektos”, che all’inizio significava “conversazione” e poi anche “lingua di un determinato popolo”. La parola dialetto viene usata per la prima volta nel 1724 da un certo Anton Maria Salvini e ti cito, perché sto leggendo qui da questo “L’italiano: conoscere e usare una lingua formidabile” che è una serie. Scrive: “I vostri natii dialetti vi costituiscono cittadini delle vostre sole città. Il dialetto toscano appreso da voi, ricevuto, abbracciato (here meaning "embrace", not "hug"), vi fa cittadini d’Italia”, nel senso che l’Italia per la sua storia è una serie di regni, quasi, è una serie di stati, di regni che poi sono diventati 160 e più, anni fa - nel 1861 l’Italia si è unificata e la cosa interessante è che 100 anni fa, un po' più di 100 anni fa, la percentuale di persone che parlavano l’italiano, come lo stiamo parlando io e te, era il 2% della popolazione: tutti gli altri parlavano un dialetto, quindi una forma locale. Quindi, il motivo per cui ancora in Italia si parlano tanti dialetti è perché viene dalla nostra storia e il motivo è semplicemente che noi eravamo una serie di stati che poi si sono uniti e ogni stato aveva… ogni stato, ogni regno, il Vaticano stesso, le entità politiche, “geopolitiche” si sono poi aggregate ed erano tutte diverse, quindi un romano parla in un modo diverso da un fiorentino che parla in un modo diverso da un torinese, eccetera eccetera. Quindi l’Italia ha una varietà dialettale enorme,
Luca Lampariello sugli italiani e il loro rapporto con l'inglese - Intervista #4
In questo episodio torniamo a parlare con Luca Lampariello.TrascrizioneIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Intervista #4 – Luca Lampariello sugli italiani e il loro rapporto con l'inglese
Bentornati su podcast italiano e oggi torniamo a parlare con Luca Lampariello.Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/4-luca-lampariello-sugli-italiani-e-il-loro-rapporto-con-lingleseIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Intervista #4 – Luca Lampariello sugli italiani e il loro rapporto con l’inglese
https://podcastitaliano.com/wp-content/uploads/2017/03/episodio-2-final.mp3 DOWNLOAD Bentornati su podcast italiano e oggi torniamo a parlare con Luca Lampariello, con cui abbiamo già registrato un episodio. Oggi parliamo di un altro argomento, parliamo delle difficoltà di noi italiani nell’apprendimento dell’inglese, una lingua che in generale gli italiani non parlano molto bene. Parliamo dei motivi, degli errori, delle falle del sistema scolastico e poi divaghiamo e parliamo anche di altre cose; Luca ama parlare, come noterete. Parliamo della sua esperienza con il latino al liceo e di altre cose che spero troverete interessanti. Quindi detto questo vi lascio alla nostra conversazione e vi auguro buon ascolto. Davide: Ciao Luca! Luca: Ciao Davide, come stai? D: Sto molto bene. Oggi parliamo di un altro argomento. Nello scorso episodio abbiamo parlato dell’italiano imparato dagli stranieri. Oggi invece volevo parlare dell’inglese per gli italiani, come gli italiani imparano l’inglese, le nostre difficoltà, ecc. Volevo iniziare proprio dall’inglese come è insegnato a scuola, perché l’inglese viene insegnato e direi che negli ultimi anni viene insegnato sempre di più, si iniziano a insegnare anche materie scolastiche in inglese. Però non sembra che questa cosa funzioni molto, perlomeno i giovani, che io sappia, nella mia esperienza, non parlano molto bene l’inglese. Volevo chiederti se tu già a tuo tempo ti eri.. ti eri imbattuto nelle lacune del sistema scolastico. Appunto cosa c’è di buono, di salvabile - se c’è qualcosa di buono - e cosa invece sbagliamo, e sbaglia l’istruzione.” L: Caro Davide, anche io sono passato attraverso le forche caudine (dal latino, be subjected to) della scuola per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue e non solo. Ci sono vari problemi, motivi e ragioni per cui l’apprendimento delle lingue a scuola è assolutamente deficitario (inadequate, falls short). Il primo è che le persone, gli studenti, soprattutto quando hanno 12, 13 o 14 anni, non hanno idea di come si impari in maniera efficiente. Proprio di recente sto leggendo un libro -ne sto leggendo tanti -ma uno in particolare che si chiama 'How we learn', 'Come impariamo', e in tutti questi libri che ho letto esce fuori il fatto che si impara in maniera poco efficiente a livello di metodi. Quindi la prima cosa è che non viene spiegato come imparare, come pianificare (to plan). Ti faccio un esempio: quando abbiamo cominciato a scuola media o a scuola elementare ad imparare l’inglese o il francese non ci è mai stato detto perché. Non ci è mai stato detto perché impari l’inglese, perché impari il francese. Era semplicemente una materia da studiare a scuola. Il che porta al secondo punto e cioè che l’inglese, il francese e/o altre lingue sono viste come una materia da studiare e non come una abilità da acquisire. E questo ha un enorme impatto sul modo in cui si imparano le lingue. Il che porta al terzo punto: per esempio ci si concentra moltissimo sulla grammatica senza concentrarsi sulla lingua; si passa più tempo a parlare della lingua che la lingua stessa. Kató Lomb, che è una famosa - non so se la conosci - una famosa interprete ungherese che parlava 11 lingue, diceva: “non si impara la lingua dalla grammatica ma la grammatica dalla lingua”. Un altro motivo per il quale la scuola non è efficiente è che, diciamo, il sistema di voti, (che è) normale – perché bisogna anche valutare gli studenti - rende però l’apprendimento della lingua più una performance che invece uno strumento da acquisire, quindi uno studente – te lo ricorderai anche tu – se viene interrogato ha paura, tende a usare le parole che sa invece di cercare di uscire dal suo guscio (shell), uscire dalla zona di conforto (NdR: più corretto “zona di comfort”) e cercare di dire cose che non sa per essere corretto. Non riceve tanto feedback e non lo vede come feedback, ma lo vede quasi come una punizione, il che ha un impatto psicologico che si conserva,
Luca Lampariello e l'italiano - Intervista #3
In questa intervista ho l’onore di intervistare Luca Lampariello; per quelli che non conoscano chi è Luca Lampariello, Luca è un poliglotta, ovvero una persona che parla tante lingue.TrascrizioneIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Intervista #3 - Luca Lampariello e l'italiano
Benvenuti su Podcast Italiano. In questa intervista ho l’onore di intervistare Luca Lampariello; per quelli che non conoscano chi è Luca Lampariello, Luca è un poliglotta, ovvero una persona che parla tante lingue.Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/3-luca-lampariello-e-litalianoIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Intervista #3 – Luca Lampariello e l’italiano
https://podcastitaliano.com/wp-content/uploads/2017/03/intervista-3-luca-lampariello-e-litaliano.mp3 DOWNLOAD Benvenuti su Podcast Italiano. In questa intervista ho l’onore di intervistare Luca Lampariello; per quelli che non conoscano chi è Luca Lampariello, Luca è un poliglotta, ovvero una persona che parla tante lingue. E’ italiano, è di Roma, ed è uno dei poliglotti più famosi al mondo; credo parli 13 lingue o qualcosa del genere e sono comunque in costante aumento (constantly increasing). Abbiamo parlato di cose che normalmente non discute: gli ho fatto delle domande che non gli vengono poste solitamente, come per esempio il suo rapporto con l’italiano, quanto spesso usi l’italiano, e abbiamo parlato di altri temi, come la gestualità, la mimica facciale degli italiani, del suo uso dei gesti quando parla altre lingue, del romanesco – ovvero il modo di parlare italiano a Roma – e dei problemi degli stranieri che parlano l’italiano. Spero che l’episodio sia di vostro gradimento e vi auguro Buon Ascolto. D: Ok, ciao Luca! Per me è un onore averti qua su Podcast Italiano, perché tu sei forse in Italia la persona più conosciuta nell’ambito delle lingue. Tu parli spesso, beh anche in altre lingue e delle lingue in generale, però oggi volevo parlare, dato che siamo entrambi italiani, volevo parlare in italiano e dell’italiano. E una cosa che mi interessa è: che ruolo ha l’italiano nella tua vita quotidiana? Io so che vivi.. vivi con degli stranieri, che frequenti (hang out with, spend time with) stranieri e che questa è una grande parte della tua vita. Come usi l’italiano? L: Allora, innanzitutto grazie per la domanda perché è una domanda che non mi fa quasi nessuno, nel senso che tutti mi fanno le domande su come imparo le lingue, ma nessuno mi ha mai chiesto come, che rapporto ho con la mia lingua madre. Quindi ti ringrazio per la domanda interessante. In secundis (second of all, from latin), ne parlavo proprio oggi con i miei coinquilini, del fatto che, nonostante il fatto che io viva in Italia, viva a Roma, utilizzo l’italiano parlato almeno relativamente poco, nel senso che ho poco contatto giornaliero. Io divido spesso —diciamo, l’ambiente linguistico, l’ambiente in generale—in microambiente e macroambiente. E per semplificare, il microambiente è la casa e in casa parlo praticamente o inglese o spagnolo. Mi hanno chiesto di parlare un po’ in italiano, ma non è la stessa cosa in termini di quello che in inglese viene definito “language maintenance” - cioè, per salvaguardare e anche migliorare o raffinare l’italiano ovviamente parlare con stranieri aiuta relativamente poco. Ovviamente ho contatto esterno quando vado al supermercato, quando devo sbrigare delle faccende (run some errands) in banca, quando ovviamente vedo i miei genitori, quando vedo i miei amici, ma è relativamente ristretto. E per allargare un po’ il quadro (widen/broaden the framework) e rispondere alla tua domanda in maniera un po’ più articolata (in a more comprehensive way) direi che il mio rapporto con l’italiano è un ottimo rapporto, nel senso che anche se non lo parlo troppo - comunque parlare con gli amici al bar non è la stessa cosa che fare un discorso - diciamo che leggo tutti i giorni per esempio il giornale, la Repubblica (giornale italiano), o quasi tutti i giorni le notizie on-line, qualche volta leggo dei libri in italiano anche se relativamente poco, diciamo.. per la maggior parte leggo giornali, riviste e libri stranieri. Per concludere, per rispondere alla tua domanda, direi che, adesso come adesso, siccome sono un language coach, cioè lavoro come istruttore o coach linguistico, parlare l’italiano ad un livello particolarmente raffinato non mi serve, mentre 4 -5 anni fa invece era tutto completamente diverso, perché quando andavo a scuola di interpretariato a Parigi, una delle cose che si richiedeva di più era proprio la conoscenza, la padronanza della lingua italiana, cioè della propria madrelingua. Può sorprendere,
The best resources for learning italian – Le migliori risorse per imparare l’italiano
The best resources to learn italian. podcastitaliano.com
La pasta - Intermedio #6
Benvenuti su Podcast Italiano, in questo episodio molto gustoso e molto "calorico" (high in calories), in cui parleremo di uno dei piatti più famosi d'Italia, la pasta.Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/la-pastaIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
La pasta – Intermedio #6
Benvenuti su Podcast Italiano, in questo episodio molto gustoso e molto "calorico" (high in calories), in cui parleremo di uno dei piatti più famosi d'Italia, la pasta. Penso che una delle associazioni generate dalla parola "Italia" nella mente di molte persone (the association created by the word "Italy" in the mind of many people), anche di coloro che non sono interessati all'Italia e alla cultura italiana, sia il cibo, e dunque i due piatti che sono conosciuti universalmente: la pasta e la pizza. Oggi parleremo della pasta, e magari andremo a scoprire qualcosa di nuovo. La pasta, come detto, fa parte dei luoghi comuni (stereotypes) associati all'idea di "italianità" (italianness), come anche il nostro modo di gesticolare (the way we use hand gestures), la figura del mafioso, la carnagione abbronzata (tan skin color), il vino ecc. Spesso gli stereotipi sono falsi, o comunque non corrispondono esattamente alla realtà, ma bisogna dire che nel caso della pasta c'è molto di vero (a lot of is true). Noi italiani consumiamo pasta quasi quotidianamente, e secondo i dati che ho trovato mediamente un italiano consuma circa 25 kg di pasta ogni anno, (che mi sorprende perché pensavo fossero almeno il doppio!) e si mantiene al primo posto della lista stabilmente (keeps its leading position in the chart) . In Italia vengono prodotti 3,5 milioni di tonnellate di pasta ogni anno, di cui più della metà vengono esportati in altri paesi. Ci sono davvero moltissime varietà: la pasta può essere lunga (come gli spaghetti), può essere corta (come le penne), può essere ripiena (stuffed/filled) (come i ravioli), può essere liscia, rigata (striped), spessa, sottile, ecc. Queste caratteristiche possono dare origine a diverse combinazioni. Inoltre i condimenti (toppings) possibili sono anch'essi innumerevoli, dunque le ricette della pasta sono infinite. La ricetta che però tutto il mondo conosce è quella della pasta al pomodoro. Solitamente la pasta si cuoce "al dente", che letteralmente vuol dire "to the tooth". Solitamente si produce a partire dalla farina di grano duro (Durum wheat/pasta wheat), chiamata di solito semola. Si ottiene dunque la cosiddetta "pasta secca", ovvero quella prodotta industrialmente. La "pasta fresca", solitamente fatta in casa, si differenzia in (differs in) umidità e acidità. A proposito, queste cose sono stabilite dalla legge italiana! La pasta è stata inventata parallelamente (at the same time) in Italia e in Cina, ma con tecniche diverse. Infatti in Cina non era presente il grano, dunque si faceva uso del riso o di altri cereali, soprattutto il miglio (millet). Esiste una leggenda, soprattutto negli Stati Uniti, secondo la quale (according to which) Marco Polo avesse portato la pasta in Italia dopo il suo viaggio in Cina. Ciò non è assolutamente vero, è una leggenda appunto, anche perché Marco Polo ebbe a che fare (had to deal with) soprattutto con i Mongoli e non con i Cinesi, che erano consumatori di pasta. Inoltre le tracce storiche che testimoniano (testifying to) un consumo di pasta sono molto antiche sia in Italia che in Cina. Chiunque di voi abbia vissuto in Italia, o viaggerà in Italia, sicuramente si renderà conto (will realize) di quanto la pasta sia onnipresente (omnipresent, everywhere) nella dieta italiana. La pasta è anche un elemente culturale importantissimo, come non ricordare la celebre scena del film "Un Americano a Roma", in cui il protagonista "Nando Mericoni" (interpretato dal leggendario Alberto Sordi), benché amante delle abitudini americane non riesce a resistere davanti a un piatto di spaghetti (da lui chiamati "macaroni"). In questo caso, dunque, il luogo comune corrisponde alla realtà! Ci sono alcune espressioni collegate con la pasta di cui vi voglio parlare: "Avere le mani in pasta", significa essere coinvolto in qualcosa, solitamente un'attività illegale. Si può dire per esempio - rimanendo in tema di stereotipi che a volte non sono neanche stereotipi -
#2 Intervista a Jeremy dal Belgio
Benvenuti su Podcast Italiano. In questa intervista parlo con Jeremy, belga e che parla l'italiano ottimamente.Trascrizione:https://podcastitaliano.com/podcast-episode/2-jeremy-dal-belgioIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Intervista a Jeremy dal Belgio - #2
In questa intervista parlo con Jeremy, belga e che parla l'italiano ottimamente.TrascrizioneIl mio ebook gratuito, ’50 modi di dire per parlare come un italiano’ Fai una donazione Fai una lezione di italiano su Italki e ricevi 10 $ in crediti Il mio canale YouTube Dai un’occhiata al merchandise (e se compri qualcosa puoi mandarmi una foto per email :D) Facebook Instagram
Intervista #2 – Jeremy dal Belgio
https://podcastitaliano.com/wp-content/uploads/2016/11/intervista-jeremy.mp3 DOWNLOAD Benvenuti su Podcast Italiano. In questa intervista parlo con Jeremy, belga e che parla l'italiano ottimamente. Andate su podcastitaliano.com per leggere la trascrizione integrale dell'intervista e, detto questo, buon ascolto! D: Ciao Jeremy, come va? J: Ciao Davide, sto bene e tu? D: Anch'io molto bene, sono contento finalmente di fare questa intervista con te, perché sei una delle persone che parlano l'italiano meglio tra le persone che conosco. J: Grazie. D: Sono sempre molto stupito da quanto ti interessi l'Italia, ciò che succede, le notizie, la cultura in generale. Vorrei iniziare chiedendoti di fare magari una breve introduzione su di te: cosa fai nella vita, cos'hai studiato? J: Allora, come hai detto tu mi chiamo Jeremy.. D: Prima di tutto, scusa, da dove vieni, perché non l'abbiamo detto. J: Sono belga, sono nato a Brussel, però vivo nella parte francofona del Belgio, in Vallonia. Per il momento abito a Ottignies. Ho studiato storia all'università durante (PER) cinque anni, poi durante il mio periodo di disoccupazione ho provato a partecipare a concorsi per lavorare nell'ambito italiano in Belgio - ambasciata, rappresentanza, istituti - ma poi ho trovato lavoro in una società che rivende tessuti, quindi li compra, li rivende, magari il mio boss fa un po' di disegni di creazione. E' ben pagato ,quindi sono contento, ma non ho mai spesso di provare a partecipare a concorsi. Per l'appunto ce n'è uno entro (tra) poco tempo per la rappresentanza permanente dell'Italia nell'Unione Europea. Vivo con la mia ragazza da quattro anni e mezzo. D: L'italiano è una parte importante della tua vita, si può dire così? J: Ho trovato lavoro in un ambito molto diverso però a un certo punto era quasi la mia ragione di.. D: ..di vita.. J: .. di essere, sì. D: Quindi, tornando un po' indietro, tu hai studiato storia all'università dicevi, però studiavi già italiano..? J: Sì, ho iniziato a studiare l'italiano nel mio ultimo anno scolastico. Stavamo per fare una gita in Italia, a Venezia, Firenze, Siena.. D: Tu e la tua ragazza? J: No, la mia ragazza la conosco da quattro anni e mezzo quindi era nel 2005-2006, quindi 10 anni fa ho iniziato a imparare l'italiano per poter parlare con la gente e cavarmela da solo in Italia. E poi non ho smesso. Ho fatto questa scelta da solo, quindi non era un'obbligazione (obbligo) imposta dai professori, ma l'ho scelta io, e ho seguito un corso di sera, un'ora un'ora e mezzo a settimana. D: Si può dire che l'italiano, la scelta dell'italiano sia legata in qualche modo alla storia o no? Cioè, ti ha aiutato l'italiano magari anche a studiare la storia, sei più interessato alla storia magari dell'Italia.. J: Allora, all'inizio era una scelta separata quindi non aveva quasi niente a (che) vedere con la storia, poi con i miei studi mi ha aiutato nel consultare qualche opera in italiano sul mio argomento di tesi. D: Quindi ti interessa anche la cultura, è qualcosa che utilizzi, che per te rappresenta un'interessa che ti aiuta a migliorare anche il tuo italiano immagino. J: Sì, certo. Per l'appunto ho letto qualche anno fa la storia d'Italia di Montanelli, quindi lego spesso i due interessi, le due passioni. D: Dato che hai menzionato appunto un libro, volevo chiederti che ruolo ricopre la lettura in italiano per te, e che libri consiglieresti a chi non è al tuo livello ma a chi ha iniziato da meno tempo.. perché io penso che la lettura abbia un ruolo molto tempo, soprattutto a un livello già più avanzato per migliorare, per aumentare le parole conosciute. Cosa consiglieresti? J: Per me la lettura è essenziale, soprattutto in italiano ma anche in altre lingue, come l'inglese. In italiano quindi consiglierei addirittura la storia d'Italia di Indro Montanelli, perché secondo me per qualcuno che ha un livello intermedio o quasi avanzato - è una lingua abbastanza semplice,